25 NOVEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

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Più di 100 sono i nomi delle donne uccise dalla violenza di genere nel 2012 in Italia, fino ad ora!
E l’anno non è ancora finito.
La maggioranza di loro è stata uccisa dal proprio marito, compagno, padre o parente.
La violenza sulle donne non è un fenomeno residuale, legato alla povertà o all’ignoranza, come qualcuno potrebbe pensare.

La violenza sulle donne è diffusa in ogni strato sociale e ad ogni età. Una recentissima indagine ha messo in luce come almeno un terzo delle donne italiane tra i 17 e i 65 anni sperimenti almeno un episodio di violenza nella propria vita.

Di solito quando si parla di violenza sulle donne, si pensa primariamente la violenza fisica, cioè qualsiasi atto volto a far male o a spaventare la vittima e, nella maggior parte dei casi, a procurare lesioni.

La violenza di genere non è solo quella fisica, ma esistono diverse forme di violenza di genere:

La violenza psicologica è costituita da una serie di atteggiamenti intimidatori, minacciosi e denigratori da parte del partner o ex-partner.

Essa comprende: tattiche di isolamento, ricatti, insulti verbali, minacce, rifiuti, colpevolizzazioni pubbliche e private, svalutazioni continue, squalificazioni, deprivazioni, umiliazioni, limitazioni dell’espressione personale.

Nei casi più gravi ha luogo un processo di “distruzione morale” che può portare la vittima alla malattia mentale, all’abuso di sostanze stupefacenti o alcoliche, alla depressione e/o al suicidio (Campbell, 2004).

La violenza economica riflette una serie di atteggiamenti volti a impedire che la partner diventi o possa diventare economicamente indipendente, al fine di poter esercitare su di lei un controllo indiretto ma molto efficace.

Tra questi atteggiamenti possono rientrare l’impedire la ricerca di un lavoro, la privazione o il controllo dello stipendio, il controllo della gestione della vita quotidiana, la determinazione a privare la partner della benché minima disponibilità economica (non avere accesso a un conto bancario, bancomat, etc.).

Nel caso in cui la partner sia straniera, il maltrattante può impedire la messa in regola dei documenti di soggiorno impedendo così la ricerca del lavoro e rendendo la donna vulnerabile legalmente, soprattutto in vista dell’affidamento dei figli. (A.C. Baldry, 2006).

La violenza sessuale è data dall’insieme di comportamenti legati alla sfera sessuale come molestie sessuali, aggressione sessuale agita con costrizione e minaccia, costrizione ad avere rapporti sessuali con terzi, visionare materiale pornografico, costrizione a prostituirsi, etc.( A.C. Baldry, 2006).

Lo stalking è una serie di comportamenti volti a controllare e limitare la libertà della persona, attraverso il telefono, segreteria telefonica, per posta, sms, mms, e-mail, messaggi lasciati davanti a casa, sul parabrezza della macchina, seguire, spiare, etc.

Tali comportamenti possono diventare ossessivi o persecutori se continuati nel tempo, incutendo nella vittima terrore e paura.

Alla chiarezza delle definizioni delle tipologie della violenza di genere si contrappone la difficile percezione dell’illegittimità di alcuni comportamenti violenti tra uomo e donna, soprattutto quando compiuti all’interno delle mura domestiche. (A.C. Baldry, 2006).

 

La violenza di genere è un fenomeno culturale che fa parte dell’idea che ancora troppi e troppe di noi hanno del rapporto di coppia e del valore della libertà e autordeterminazione degli individui.
La nostra società tollera e accetta la violenza di genere (soprattutto se nel privato delle mura domestiche) e fa finta di non vedere.
Per questo è importante celebrare la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che cade il 25 novembre di ogni anno, ed è importante parlare dei numeri enormi del fenomeno e anche delle singole storie individuali, quali testimonianze.

 




 

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